Fortuna fai girare la tua ruota

martedì 27 maggio 2014 | 0 commenti

Fortuna, buona notte, sorridi ancora una volta e fai girare la tua ruota. W.Shakespeare
Come in tutte le umane vicende anche nel calcio bisogna fare i conti con la fortuna.
Destino, fato, sorte tante accezioni per definire quella serie di circostanze casuali che determinano l'andamento di una vicenda o che caratterizzano la vita di un uomo.

fortuna


Fortuna quella che ha accompagnato il Real Madrid che è riuscito dopo più di dieci anni a conquistare la"decima" affermazione in Champions. Fortuna,  come definire diversamente il finale della partita di sabato sera, quando ormai a tempo scaduto Sergio Ramos ha colpito il pallone di testa indirizzandolo proprio nell'angolino dove mai sarebbe potuto arrivare il pur bravo portiere dell'Atletico.

L'epilogo è ormai noto a tutti con il Real vincente nei tempi supplementari forte di una migliore condizione atletica e mentale.

La finale di Champions mi spinge, a delle riflessioni di carattere più generale.

La fortuna è cieca, come viene raffigurata nell'iconografia classica o sorride sempre alle stesse squadre?

Nel mondo del calcio esistono leggende su club più fortunati o piuttosto su squadre particolarmente sfortunate.

CR7

L'elenco non può che partire dal Torino. La tragedia di Superga che di colpo distrusse la squadra più forte del mondo è sicuramente il segno più tangibile di un destino avverso. La storia dei granata è piena di episodi sfavorevoli, basti pensare al campionato perso pur totalizzando 50 dei 60 punti disponibili o al recentissimo episodio del rigore sbagliato da Cerci nel recupero della partita con la Fiorentina che ha impedito l'accesso del Toro all'Europa League.

Grande Torino


Sempre nel segno della sfortuna come non citare il Benfica, accomunato per certi versi al Toro nella tragedia di Superga ( il Grande Torino era reduce da un amichevole a Lisbona disputata proprio contro il Benfica) che regolarmente perde tutte le finali che disputa pur giocando meglio degli avversari. Per molti si tratta della maledizione di Guttman, l'allenatore che profetizzò le sconfitte dei Lusitani.
Nel club dei club sfortunati c'è a pieno diritto anche l'Atletico Madrid che sabato ha visto sfumare il sogno Champions nel recupero così come era capitato nel 1974 contro il Bayern.


La fortuna è credere di essere fortunati    Tennessee Williams
Così come esistono le squadre tartassate dal destino avverso esistono quelle cui la fortuna sorride spesso.
L'elenco dei club fortunati è più semplice: sono, infatti i club più vincenti.
Real, Barcellona, Juventus, Brasile, Germania oltre a segnare la storia del calcio sono l'esempio di come tante vittorie sono state il frutto di circostanze favorevoli.


Conte resta o forse no

martedì 20 maggio 2014 | 0 commenti

I giornali sportivi e non hanno pubblicato la notizia della conferma di Conte alla guida della Juventus.

Fumata bianca dunque, il condottiero senza macchia e senza paura e con pochi capelli rimarrà alla guida dell'invincibile armata bianconera.

La notizia dovrebbe rassicurare tutti i tifosi juventini, ma la realtà è ben diversa.

Conte, senza reticenze, aveva espresso la volontà di voltare pagina. Il tecnico salentino sa bene che l'ambiente juventino non gli perdonerebbe un altro insuccesso in Europa, malgrado gli striscioni, i peana e gli attestati di stima che sta ricevendo in questi giorni .

Conte sa pure che la dirigenza bianconera non potrà essere in grado di allestire una corazzata in grado di fronteggiare Barcellona, Real, Bayern e le Inglesi. Stando così le cose l'allenatore dei tre scudetti consecutivi ha pensato bene di chiudere il rapporto con la Juventus.
In Europa, poi mai come quest'anno c'erano molte panchine libere di prestigio: Barcellona, Manchester United, Tottenham e Monaco solo per citare alcuni prestigiosi club.

Spaccatura in casa Juve: da un lato gli Agnelli che avrebbero accontentato l'allenatore, dall'altro Marotta dalla parte di Conte.

Compromesso all'italiana o salomonica decisione, fatto sta che si è deciso di non decidere perché le parti non hanno fatto altro che ribadire l'esistenza di un contratto in scadenza il prossimo anno e la volontà reciproca di rispettarlo.

In altre parole a Conte è stato fatto notare che non poteva scegliere di andare altrove proprio per l'esistenza di un accordo in essere.

La situazione è simile, se non uguale a quella di Mazzarri con il Napoli. Anche il tecnico di San Vincenzo voleva lasciare la squadra azzurra proprio per accordarsi con la Juve, ma De Laurentiis fece valere il contratto esistente costringendo Mazzarri a restare per altri due anni.
L'epilogo di questa storia è noto. Mazzarri ha atteso la fine dell'accordo per firmare poi con l'Inter.

Credo che la stessa cosa avverrà per Conte. Il tecnico resterà fino a fine mandato e nel mentre cercherà la sua nuova squadra.
Questo scenario potrebbe cambiare solo in un caso: la vittoria della Juve in Champions

Gli imbarazzi di Prandelli

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Sta per cominciare l'avventura mondiale dell'Italia e quella personale di Cesare Prandelli.

Come nelle più classiche delle tradizioni italiane ancor prima di cominciare divampano le polemiche.

Cesare Prandelli

In origine c'è stato  il caso Chiellini. Il calciatore juventino ha pensato bene di rifilare una gomitata a Pjanic durante Roma Juventus. Il gesto sfuggito all'arbitro non è passato inosservato al vaglio della giustizia sportiva. La prova tv, infatti ha fatto chiarezza sull'episodio e a Chiellini sono toccate tre giornate di squalifica.

 Fin qui tutto nella norma.

Norma per l'appunto come quella del codice etico introdotta da Prandelli. Secondo questo vademecum i calciatori squalificati non potrebbero indossare la maglia azzurra. Con queste regole per Chiellini niente mondiali. Prandelli avrebbe dovuto rinunciare al suo migliore giocatore in difesa .
Con sana ipocrisia l'allenatore azzurro ha valutato il gesto di Chiellini non sanzionabile e forte di questo suo personale giudizio ha convocato il calciatore.

Prandelli non contento del polverone sollevato dal caso Chiellini non si è sottratto a commenti circa le sue scelte. Altri incidenti di percorso con Criscito, Antonini e Insigne.

L'avventura mondiale non comincia bene per Prandelli apparso da subito molto nervoso e permaloso. Spesso, però un ambiente elettrico ha portato più benefici che svantaggi, come capitò nel 1982 e nel 2006 con lo scandalo di calciopoli.





Conte in bilico fra Tottenham, Manchester e Monaco

mercoledì 14 maggio 2014 | 1 commenti

Antonio Conte ha espresso la scorsa domenica il suo pensiero. L'allenatore della Juve reputa difficile ripetersi a livello nazionale e quasi impossibile un'affermazione a livello europeo. Conte ritiene che la sua squadra non sia attrezzata per vincere in Champions, ma sa che le aspettative in questo senso da parte dei tifosi sono alte. Una situazione senza vie di uscita perché, con molta onestà intellettuale, l'allenatore bianconero ha riconosciuto l'impossibilità da parte della società di acquistare calciatori di primo livello.


Secondo Conte, al massimo l'anno prossimo la Juve potrebbe rivincere il campionato e arrivare ai quarti di Champions e sa che questo tipo di risultato verrebbe considerato deludente dall'ambiente.

Tim Sherwood

Le riflessioni dell'allenatore sono anche diretta conseguenza del fatto che alcune prestigiose panchine sono vacanti. La prima è quella del Manchester United che è alla ricerca di un nuovo tecnico dopo l'esonero di Moyes. La prima scelta della dirigenza dello United è Van Gaal, ma la trattativa che sembrava conclusa sembra ora in stand by. Anche il Tottenham ha da sistemare la grana allenatore dopo la mancata riconferma di Tim Sherwood.

Non solo in Inghiltera, però ci sono panchine libere, anche il ricco Monaco è alla ricerca di un tecnico che possa sostituire Ranieri e Conte potrebbe rappresentare una valida scelta.

Clamoroso poi sarebbe il possibile approdo al Milan. Tutti sanno ormai che Seedorf  andrà via insalutato ospite per cui al Milan hanno un disperato bisogno di un valido allenatore. Conte sarebbe l'ideale per ricostruire una squadra e uno spogliatoio oggi inesistenti.

La leggenda Zanetti

sabato 10 maggio 2014 | 0 commenti

Javier Zanetti lascia il calcio dopo 20 anni di carriera. Le imprese sportive dell'Argentino sono notevoli, i suoi record rimarranno per molto tempo imbattuti, ma è il suo spessore di uomo a renderlo unico.



Zanetti è sempre stato un atleta corretto, amato  dai suoi compagni e tifosi e rispettato da tutti gli avversari.
Un tempo non era difficile trovare dei calciatori che trascorrevano tutta la loro carriera nella stessa squadra diventandone un emblema. Oggi i calciatori attratti dai facili guadagni preferiscono cambiare spesso squadra spinti il più delle volte dai loro Procuratori.



Un calcio nuovo, più professionistico, ma molto meno romantico.

Zanetti rappresenta un esempio per tutti coloro che amano il calcio, un emblema per tutti i giovani che si avvicinano a questo sport.

In questi giorni tristi per il calcio dopo i fatti di Roma, la carriera di Zanetti rappresenta un fulgido esempio di uomo e di sportivo.
 
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