Berlusconi cederà il Milan

mercoledì 28 gennaio 2015 | 0 commenti

La fine di un'epoca


Credo che sia una decisione che il Cavaliere abbia già maturato nel proprio cuore, ma che ancora non si è espressa compiutamente.


Cedere il Milan rappresenterebbe l'atto finale di uno dei protagonisti della nostra storia recente.
Le vittorie in Italia e in Europa, il simbolo di un uomo cui nulla era negato, dalle belle donne ai grandi calciatori, oggi non c'è più.
La squadra rossonera arranca nel mezzo della classifica del campionato, inanellando sconfitte e brutte figure.
logo Milan

Non ci sono più i grandi campioni: Gullit, Van Basten, Sheva, Kaka sono un pallido ricordo.

Al loro posto, come dei fantasmi si aggirano Cerci, Bonaventura, Montolivo e Pazzini.

In panchina non siede più il guru Sacchi, ma Pippo Inzaghi chiamato a un compito per lui troppo grande.

barbara berlusconi

Berlusconi accusa il peso degli anni, ha tentato di riprendere in mano la situazione, si è fatto vedere a Milanello, ha dispensato consigli e ottimismi, ma il suo fascino è in decadenza.

La Waterloo del Cavaliere sembra essere sempre più vicina.

Napoleone fu abbandonato dai suoi Marescialli e dai suoi parenti e anche a Berlusconi sta capitando la stessa cosa.

Nereo Rocco

Il fido Galliani non riesce più a mettere toppe, il suo genio, le sue conoscenze, la sua abilità politica non bastano a rimettere in piedi la squadra. L'erede, invece, Barbara Berlusconi non ha le qualità, l'esperienza per dirigere la compagine rossonera.

Sarà difficile per il Cavaliere cedere il suo giocattolo preferito, ma ancor più brutto sarà per lui vederlo disintegrare davanti ai propri occhi senza poter far nulla.

Inzaghi e Mancini stessi destini

lunedì 26 gennaio 2015 | 0 commenti

A memoria non ricordo un campionato in cui le Milanesi fossero così in basso in classifica .


Nobili decadute e incapaci di ritagliarsi un ruolo nuovo, più moderno e più adatto alle disastrate casse dei due club.

Il Milan, vecchi campioni, Barbara e Adriano

logo Milan

Il Milan ha tentato negli anni, di prendere ex campioni, a scadenza di contratto pagando loro un lauto ingaggio. Chiaramente l'operazione non poteva che rivelarsi fallimentare.
Vecchi, acciaccati, senza stimoli e spesso con qualche "vizietto", gli affari a basso costo di Galliani non hanno sortito gli effetti sperati.
Il Milan, sempre di più, ha perso identità e forza, pensando che solo il nome e il blasone e un pizzico di potere politico potessero bastare a vincere.
Poco condivisibile, poi la scelta di affidarsi ad allenatori inesperti come Seedorf e Inzaghi non in grado di guidare la squadra, non avendo alcun tipo di esperienza.
Certo al Milan c'è anche la continua lotta intestina tra Barbara Berlusconi e Galliani che non giova alla squadra.

Inter, clan degli Argentini e debiti di Moratti

logo Inter

Un po' diverso il discorso per l'Inter. La squadra nerazzurra, piena di debiti, con un Moratti non più in grado di ripianare i bilanci non si è rinnovata, affidando le proprie sorti a giocatori che ne avevano sì fatto la storia , ma che non erano più in grado di offrire alcun tipo di contributo.
Gli Argentini dell'Inter sono stati la causa del declino interista dal punto di vista tecnico. Moratti è stato costretto a vendere e il nuovo proprietario, l'Indonesiano Thohir, si è dovuto accollare un mare di debiti avendo, quindi poche possibilità di investire nella squadra.
La scelta come allenatore di Mazzarri si è rivelata infelice, non perché l'allenatore livornese non fosse valido, ma perché non aveva il carisma necessario per la difficile piazza milanese.
Mancini, chiamato in fretta e furia al capezzale interista è riuscito a far arrivare qualche valida pedina, ma la squadra è ancora confusa e in cerca di identità.
Inzaghi e Mancini destini che si intrecciano anche se la posizione del Mancio sembra essere assolutamente più solida rispetto a quella di Pippo.

Come la Juve può perdere il campionato (manuale per le avversarie)

lunedì 19 gennaio 2015 | 0 commenti

Un manuale per le avversarie dei bianconeri.

La Juve, dopo la vittoria col Verona si è portata a +5 sulla Roma. Non è tanto il distacco, in termini di punti che demoralizza i giallorossi, ma l'evidente differenza tecnico atletica tra le due squadre.
Già da qualche settimana, infatti la Roma arranca, riuscendo a portare a casa qualche vittoria più con la forza di volontà che per espressione di una dichiarata superiorità.

Ora il problema che si presenta agli avversari della Juve è questo: esiste un modo per far fermare la corsa bianconera?

Già mi arrivano gli improperi dei tifosi della Vecchia Signora, ma vediamo come fare.

Punto primo

Gufare, gufare e ancora gufare. In effetti questa tattica già viene utilizzata ampiamente, ma potrebbe essere rinforzata con sedute collettive o con l'ausilio di iettatori di provata esperienza.



Punto secondo

Giocare con un uomo in più. Confondere l'arbitro e giocare in 12

Punto terzo

Arbitri stranieri. Questa è un po' maliziosa, ma Tagliavento (#cipuòstare), Rocchi e Mazzoleni sono pur sempre una risorsa bianconera.

Punto quarto

Far litigare Chiellini e Bonucci.


Punto quinto

Annullare il primo gol bianconero anche se regolare.

Punto sesto

Dichiarare finita la partita non appena una squadra avversaria passa in vantaggio.

Punto settimo

Dire all'Apache Tevez che Allegri ha il poster del generale Custer nella sua stanza




Gol o non gol, questo è il problema

giovedì 15 gennaio 2015 | 0 commenti

La FIGC intende adottare la cosiddetta goal line technology, cioè il sistema elettronico per stabilire se la palla ha oltrepassato o meno la linea di porta.

goal line technology

Alla fine anche il vetusto mondo del calcio si piega all'avanzare della tecnologia. Mentre oggi si discute di word lens translator (scarica la app), cioè della app che consente di tradurre istantaneamente scritte catturate dalla fotocamera di uno smartphone, il calcio è rimasto uguale a quello che era più di cento anni fa.

Tavecchio

Non c'è alcuna volontà di cambiamento



Incredibile la resistenza e le ragioni assurde che il governo del calcio mondiale e nostrano portano a supporto delle loro tesi. La verità è che la tecnologia limerebbe e di molto il loro potere.
Senza scomodare le decine di esempi possibili è più che chiaro che la moviola in campo metterebbe tutti allo stesso piano. Non ci sarebbero stati i Moreno (vedi il video) e gli errori pro Corea, i mani non visti di Henry (vedi foto sotto) per mandare la Francia ai mondiali, e i favoritismi più generali per le squadre che contano.

Il mani di Henry non visto dall'arbitro


Chi mette più soldi, chi è più potente non permetterà mai che le cose cambino a loro sfavore.

Una riflessione: le polemiche arbitrali montano quando si affrontano due squadre "potenti".

Quest'anno in serie A è successo in Juve Roma e Napoli Juve. In questi due casi gli errori degli arbitri sono stati evidenziati, vivisezionati e analizzati, ma soprattutto contestati vivacemente da chi ha subito il torto.

Schalke Basilea. Tagliavento convalidò questo gol!!!

Malafede o incapacità?


Immancabilmente ritorna poi il discorso del complotto, del sistema, della malafede.
Nessuno lo può affermare con certezza, ma è chiaro che in molti pensano o lasciano pensare che molti errori non sono tali, ma frutto di accordi sotterranei atti a favorire una squadra piuttosto che un'altra.

Dopo le prime sfuriate "a caldo" ecco che tutti si affannano a fare un po' di retromarcia; la buona fede non viene messa in discussione e si torna a parlare di errori.

Il famoso gol di Muntari



Ma come stanno veramente le cose?


E' difficile rispondere. E' innegabile che alcune squadre ricevano più favori, è altrettanto vero che le squadre di provincia subiscono più torti. E' una favola quella secondo cui a fine anno torti e favori tornano in parità, ci sarà sempre uno squilibrio.
Perché succede questo?
Il meccanismo psicologico è piuttosto semplice. Un arbitro sa che sbagliare a danno di una squadra di prima fascia danneggerebbe la propria carriera (ricordiamo che i compensi degli arbitri di serie A sono molto alti), per cui , nel dubbio, assolve il potente.


Un secondo aspetto deriva dall'organizzazione arbitrale italiana . Gli arbitri, in Italia, dipendono dalla Federazione avendo, però una struttura autonoma. Questi organismi decidono le designazioni arbitrali e sottintendono alla carriera stessa delle ex giacchette nere. Diciamo, però che una volta arrivati in serie A, gli arbitri rimangono per anni a dirigere incontri a prescindere dal loro rendimento.




Accade, quindi che arbitri palesemente, non bravi, come Tagliavento ( leggi anche cosa successe qualche anno fa) rimangano ad arbitrare malgrado errori gravissimi. Vado a memoria: l'arbitro di Terni è quello del gol non gol di Muntari (vedi foto), quello del fuorigioco clamoroso di Schalke Basilea (vedi foto e leggi articolo)
Non c'è ricambio di arbitri e quelli che arrivano sono impreparati.
Tutto questo in uno sport dove girano centinaia di milioni di euro.
Anacronistico, strano, decidete voi l'aggettivo, fatto sta che le cose vanno così  nessuno fa niente per cambiare.


La goal line technology sembra più un contentino, una concessione minima per arginare le sempre più crescenti polemiche. I casi di gol o non gol sono 3/4 all'anno mentre gli errori spesso decisivi sono tanti in più.

Perdete ogni speranza di novità. Il calcio è questo... così è se vi pare!

Errori arbitrali perché ci sono arbitri scarsi

martedì 13 gennaio 2015 | 0 commenti

Napoli Juventus ha sollevato le solite polemiche arbitrali e sugli errori delle giacchette nere.

Lascio da parte le valutazioni delle due parti che lasciano il tempo che trovano perchè entrambe cercano di stravolgere la realtà dei fatti a loro vantaggio.

Due i punti della questione.

Niente moviola!!


Il primo è il rifiuto da parte del mondo del calcio di adottare soluzioni tecnologiche. Le ragioni sono abbastanza incomprensibili e sono la vera e propria fonte di sospetto. I vertici del calcio sia nostrano che mondiale non ammettono nemmeno un minimo di sperimentazione anche e solo per dare ragione a loro stessi. Anche per i cosiddetti gol fantasma, Platini e compagni si sono inventati gli arbitri di porta che non hanno risolto il problema. Rifiutare a tutti i costi la moviola, soluzione adottata un po' da tutti gli sport lascia presagire interessi importanti da tutelare.


Arbitri incompetenti


Il secondo problema è l'incompetenza degli arbitri e la loro organizzazione. Di fatto gli arbitri sono dei professionisti se vogliamo guardare ai loro compensi, ma vengono ancora trattati come se fossero dei volontari. Un'incongruenza tutta italiana. Perché non adottare il sistema delle leghe americane?
Negli States, infatti gli arbitri non dipendono da nessuna lega, ma sono lavoratori autonomi che scelgono di fare gli arbitri. Chiaramente lavorano solo quelli più bravi, quelli che commettono meno errori. Gli arbitri che sbagliano non vengono più chiamati. Questo sistema fa sì che gli arbitri siano sempre preparati ed efficienti perché in caso contrario si troverebbero senza lavoro.
In Italia le cose funzionano invece in maniera assurda. Gli arbitri di serie A continuano ad arbitrare malgrado prestazioni insufficienti e sbagli a iosa.


Prendiamo l'esempio di Tagliavento. L'arbitro di Terni si è reso protagonista di sviste clamorose a partire dal gol non gol di Muntari in Milan Juve, per continuare  con l'incredibile e episodio che vide protagonista l'arbitro ternano in Basilea Schalke (vedi il video) (molto simile a quello di Napoli Juve).
La domanda che mi pongo, se un arbitro, ma il discorso potrebbe riguardare qualsiasi settore lavorativo, commette sciocchezze di questo genere, perché non viene rimosso?
 
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