Si può essere dei fuoriclasse, dei campioni, ma se manca questo ingrediente le vittorie saranno poche.
Garcia paga la sua spavalderia |
La sconfitta di ieri della Roma è il chiaro esempio di quanto affermo.
I Giallorossi dopo aver inanellato un'impressionante serie di vittorie in Italia e dopo aver ben figurato nei primi due turni di Champions avevano sovrastimato il proprio valore.
Lo stesso allenatore si è lasciato andare a dichiarazioni del tipo: "vinceremo sicuramente lo scudetto" oppure "può darsi che già quest'anno possiamo alzare una Coppa".
Tutto questo inserito nell'ambiente romano, già di per sé facile ad esaltarsi.
Le batoste del passato, come al solito non hanno insegnato niente a partire dalla finale in casa col Liverpool, per continuare al campionato perso per una sconfitta con il retrocesso Lecce o ancora la sconfitta di Manchester del 2007.
La Roma ha affrontato la partita con un'insensata spavalderia, ritenendo di poter vincere abbastanza facilmente contro una corazzata come il Bayern.
Aiuto è arrivato il Bayern |
Come è andata lo sappiamo tutti. Non appena il Bayern è andato in vantaggio, la Roma si è spinta in avanti pronta a ribattere l' "offesa" ricevuta. Giocando in questo modo sono arrivati gli altri gol che hanno sgretolato le certezze giallorosse.
Totti e compagni cercavano aiuto in Garcia, nel condottiero che aveva promesso loro la vittoria, ma il Francese, novello Napoleone, assisteva inerme alla sua Waterloo.
La spiegazione della disfatta è tutta nella mancanza di umiltà, nel credersi superiori, cosa che ha trasformato una possibile sconfitta in una Caporetto.
L'importante per i Giallorossi sarà aver capito la lezione. Gli avversari non vanno temuti, ma sempre rispettati. Garcia, poi deve recuperare il suo appeal con i calciatori; bene ha fatto nel post partita ad accollarsi tutte le colpe della disfatta. Ora, però l'allenatore deve cercare di non far deprimere l'ambiente che troppo si era esaltato. In tutta la vicenda il personaggio che più mi ha colpito è stato Totti. La sua espressione era la rappresentazione della sconfitta assoluta, quella dell'atleta che percepisce una costante negativa sulla sua carriera che gli impedisce di vincere e gioire.
Il capitano meriterebbe per la sua classe di alzare una Coppa importante, chissà se questo accadrà mai!
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