Il Sarrismo è finito

giovedì 2 dicembre 2021

 Ancora 4 gol incassati dalla Lazio ieri nel posticipo della serie A


Sarri



Sarrismo un neologismo accettato anche dall'Accademia della Crusca che voleva dire un modo nuovo di intendere il calcio fatto di pressing, difesa alta, corti passaggi e possesso palla.

Un Napoli da sogno


La realizzazione di questo progetto di gioco aveva trovato la sua massima espressione nel Napoli, quando l'allenatore di Figline aveva proposto una squadra in grado di battersi ad armi pari contro la corazzata Juve e raggiungere la bellezza di 91 punti senza però riuscire a vincere.

L'avventura al Chelsea


Dopo le prodezze napoletane Sarri andò al Chelsea dove vinse un'Europa League, ma a Londra rimase solo un anno attratto dalle proposte della Juve che messo da parte Allegri ritenuto vincente solo in Italia voleva proporre aattraverso Sarri il bel gioco che le avrebbe consentito di vincere l'agognata Champions.

Sarri accetta la Juve


Il Sarrismo , che già scricchiolava a Londra, andò in crisi a Torino perché i senatori bianconeri non gradivano le modalità di gioco e di allenamento di Sarri. Lo scudetto arrivò lo stesso visto lo strapotere teccnico dei bianconeri, ma Sarri non conquistò mai l'ambiente juventino per il suo modo di fare ritenuto poco consono allo stile Juve e forse anche per i suoi trascorsi da avversario quando era a Napoli.

Un anno di stop a godersi i soldi della Juve e per questo rifiutò la chiamata in corso d'anno del Napoli in crisi con Gattuso.

Quest'anno la Lazio, vedova di Inzaghi approdato a Milano sponda Inter. chiama  Sarri che ha voglia di rimettersi in gioco e accetta la proposta di Lotito. 

E a Roma il Sarrismo va in crisi.


La Lazio abituata da anni a giocare a tre in difesa non si adatta ai  nuovi schemi di Sarri. Calciatori di spessore come Luis Alberto vanno in crisi perchè le disposizioni tattiche di Sarri sono troppo rigorose. Come sempre l'attacco funziona con Pedro che si esalta come il miglior Mertens e Immobile che continua a segnare.

I risultati nel complesso sono deficitari, ma quello che conta non vi è traccia di quel gioco spumeggiante che aveva caratterizzato l'avventura  di Sarri a Napoli.

A questo punto è lecito chiedersi, ma il Sarrismo è mai esistito?


Era il gioco di Sarri a rendere grande quel Napoli o erano i calciatori a essere così forti da rendere il copione di Dell'allenatore irresistibile?

Quel Napoli aveva in squadra fior di calciatori come Mertens, Insigne, Higuain, Albiol, Jorginho, Hamsik e Koulibaly che sono nettamente più forti dell'attuale rosa della Lazio.

Torna, quindi il vecchio dilemma su quanto conti avere un allenatore forte e quanto in realtà contino i calciatori.
Nel caso di Sarri sembra evidentte che i calciatori sono preponderanti. Le regole di Sarri si esaltano con interpreti pronti al sacrificio e forti , ma sono addirittura deleterie quando i giocatori sono meno forti.

La Lazio peggiore scelta possibile


Paradossalmente la situazione della Lazio è la peggiore. In una squadra debole, fatta da giovani l'applicazione parossistica dei movimenti del gioco di Sarri porterebbe a buoni risultati. In una squdara forte con calciatori disponibili a credere nel progetto sarriano, come accadde a Napoli, i risultati possono essere sorprendenti. In una realtà come quella della Lazio, squadra non di primissima fascia, ma con calciatori abituati a essere nelle prime posizioni della serie A è più difficile far accettare i concetti di gioco di Sarri.

A rendere meno amara l'analisi sulla fine del Sarrismo c'è da dire che Reina è da anni un ex portiere, che la difesa non è all'altezza e che le caratteristiche di molti calciatori non sono quelle adatte al gioco di Sarri.

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